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martedì 29 luglio 2008

Catastrofe idrica

L'Acqua: non è da sempre considerata la più abbondante risorsa sulla terra?

Con un volume totale di circa 1370 milioni di km3 essa è l'elemento di fondamentale importanza per ogni ambiente terrestre, la fonte da cui ogni forma di vita proviene. Seppur il lussuoso occidente viva incurante di ogni problema che non riguardi il suo piccolo, oggi come oggi il normale approvvigionamento d'acqua non rappresenta più una garanzia da dare per scontata. Innanzitutto dobbiamo fare una premessa: di tutti i chilometri cubi che sono distribuiti sulla soglia terrestre, solamente il 2,5% è rappresentato da acqua dolce.

Di questo 2,5 % ben il 68,9 % non è immediatamente consumabile in quanto è raccolto nelle calotte polari mentre solo il 29,9% rappresenta il volume delle falde freatiche da cui preleviamo l'acqua per i nostri consumi. Le disponibilità idriche quindi si riducono drasticamente anche se però il vero problema sta nella disomogenea distribuzione dell'acqua sul suolo terrestre al punto da far allarmare gli esperti, per niente ottimisti sulle previsioni future.

Nel 2002 la FAO ha dichiarato che sono almeno trenta i paesi alle prese con le crisi idriche croniche e oltre ottanta invece quelli che vedono minacciati l'economia e la situazione sanitaria da questa penuria d'acqua. Sembrerà impossibile, ma il 40% della popolazione (pari a 2 miliardi e mezzo di persone) non dispone neanche dell'acqua per i semplici consumi giornalieri.

Tutto questo avviene davanti ad un Occidente indifferente ed egoista e soprattutto non cosciente di essere la principale causa di questa catastrofe umanitaria. Pochi sanno infatti che il 55% dei consumi annuali di acqua vengono destinati all'irrigazione e meno ancora sanno che con modelli attuali di produzione agricola, consumistici e barbaramente intensivi, occorrono mediamente per farvi un'idea:-3000 litri d'acqua per produrre un chilo di zucchero (tantissimi di più rispetto a quelli impiegati per la produzione di un chilo di miele, senza considerare inoltre che il miele ha proprietà alimentari e sanitarie incomparabilmente maggiori)

-5 mila per un chilo di riso

-11 mila solo per far crescere un foraggio che andrà ad alimentare una mucca

-20 mila per un chilo di caffè

Eticamente parlando sono molti gli aspetti che non tornano. Nei paesi ricchi del mondo il consumo d'acqua giornaliero è giunto ai 500 litri pro capite; un dato che ci dovrebbe farci riflettere se in più veniamo a conoscenza che ci sono più di un miliardo di abitanti che non raggiungono neanche i 20 litri giornalieri. Oggi noi occidentali beviamo e ci ingozziamo felici delle nostre ricchezze e compiaciuti della nostra ingordigia ma procedendo con i ritmi attuali, e aumentando la popolazione del pianeta, la crisi idrica subirà un aggravamento esponenziale. Verranno coinvolte nel 2030 circa tre miliardi e mezzo di persone mentre la quota si innalzerà a 2/3 del totale della popolazione per il 2050.Così l'acqua sta diventando il petrolio del futuro, la probabile causa di future guerre mondiali.

Sappiamo bene a cosa stiamo incorrendo, ma incuranti del rischio ci appropriamo di essa con l'unica funzione, proprio come con il petrolio, di trarne profitti.

L'irrazionalità umana non ha limiti: privatizzare la risorsa più vitale e necessaria rappresenta forse un atto di grande nobiltà e saggezza?

E' segno che per l'uomo il guadagno risulta più indispensabile della sopravvivenza stessa. E' per questo sarà responsabile direttamente delle sue azioni.

Pinche

mercoledì 23 luglio 2008

Sulle recenti proteste tibetane



Si discute spesso del Tibet....ricapitoliamo cronologicamente gli eventi. La rivoluzione di Mao aveva portato alla Cina un notevole avanzamento, non soltanto in tema di diritti civili (si potrebbe portare come esempio i progressi nella condizione delle donne), ma anche un sistema economico-sociale certamente molto più avanzato rispetto al passato. Potrei citare i progressi nella lotta alla malnutrizione e all'analfabetismo....Credendo, forse a torto, che i miei lettori/lettrici concordino con me su ciò, non mi dilungherò su questo, e nemmeno sugli errori di Mao, (un vecchio proverbio diceva errare umanum est) primo tra tutti l'autoritarismo e la mancanza di democrazia "dal basso" del suo governo.

Andiamo ora ad esaminare il Tibet pre-invasione. La popolazione viveva in un regime feudale (o semi-feudale) guidato da una teocrazia. Il paese viveva di fatto chiuso ad ogni influenza esterna. Il grado d'indipendenza di cui disponeva è discusso, la mia personale opinione è che si trattasse comunque di uno "stato cliente" della Cina. Così infatti agli inizi del secolo scorso veniva considerato dal vicerè inglese dell'India. Esisteva un trattato anglo-cinese del 1893 che concedeva alla Gran Bretagna alcuni diritti commerciali e stabiliva i confini tibetani rispetto ai territori del vicereame inglese dell'India. Un'incursione di truppe inglesi, nel 1903 stabilì una provvisoria (e formale?) indipendenza tibetana, sotto controllo inglese, in funzione anti-cinese. Ma, dopo varie vicissitudini diplomatiche, nelle quali si inserì anche la Russia zarista, si arrivò all'occupazione del Tibet da parte delle truppe cinesi nel 1910. Ma, di lì a poco, con la dichiarazione della repubblica, si creò la paradossale situazione delle truppe cinesi che si ammutinarono, vennero espulse.... e il Tibet proclamò la propria indipendenza...che non venne però mai ratificata dal governo cinese. Arriviamo così al 1950, "conquista del Tibet da parte cinese".

Inizialmente essa, sia pure -in astratto- condannabile come aggressione ad uno stato (forse)estero, e comunque (almeno formalmente?) indipendente, portò giovamento alla popolazione tibetana.

I monaci vennero privati del potere assoluto che detenevano, le terre collettivizzate, e arrivarono i primi segni di qualche modernità. Arriverei persino a congetturare che le stesse masse tibetane sostenessero inizialmente almeno in parte l'occupazione cinese.....almeno per i vantaggi che, in un primo momento ne sarebbero derivati. In seguito però il governo cinese non dimostrò alcuna volontà di rispettare le specificità culturali tibetane (si potrebbe portare ad esempio la pretesa di Pechino di avere persone gradite al governo nelle cariche religiose).La Cina trattò inoltre il Tibet come un territorio straniero sotto occupazione, non come una parte del suo stato (infatti sembra che si verificò una sorta di "importazione dei funzionari").

La situazione generale cinese (e di conseguenza anche la situazione tibetana) peggiorò dopo la morte di Mao, quando i suoi successori eliminarono progressivamente molte delle conquiste sociali della rivoluzione (e al riguardo citerò il progressivo ritorno all'economia di mercato).

L'esilio in India ha fatto comunque progredire il Dalai Lama e la sua corte che, - oggi- (almeno ufficialmente) non cercano più di ritornare al potere, ma reclamano solo una maggiore autonomia del Tibet (specialmente in campi "culturali") da Pechino. Va anche riconosciuto il ruolo che ebbero nel veicolare presso le masse occidentali idee fino ad allora malconosciute, e semmai diffuse solo in ambiti elitari. Sui recenti scontri bisognerà dire innanzitutto che, data l'assenza di giornalisti sul posto, le notizie che filtrano lasciano un grande spazio alle più diverse ipotesi. Tutti noi dovremmo sforzarci di riconoscere che possiamo avvalerci solo di notizie di "terza o quarta mano", con tutto ciò che ne deriva.

In fin dei conti non sappiamo con certezza quanto il Dalai Lama sia realmente dietro ai recenti tumulti che, in fondo potrebbero rivelarsi sostanzialmente mossi da altri moventi e con altre ragioni (economiche etc.).

Ragioniamo:anche se la scintilla che ha infiammato gli scontri sembra sia stata originata in "spazi religiosi", ( si parla di una marcia di monaci) non ci sarebbe stato un "tumulto così grande" se non fosse esistito un clima di scontentezza certo non solamente legato a tematiche culturali. Noto però che è comunque in corso un tentativo (principalmente Usa) di strumentalizzare il Dalai Lama(anche oltre quello che lui stesso dice e vuole) in funzione anticinese. Questo potrebbe -in un futuro- prendere anche un'altro aspetto. Il Dalai Lama potrebbe essere usato, in futuro, dall'"occidente"-se la protesta va avanti- per impedire una radicalizzazione della situazione, che potrebbe a sua volta innescare altre rivolte ed altri conflitti nell'area himalayana ricordiamo ad es. gli sviluppi in corso in Nepal .....Va comunque ricordato come, dato il seguito del Dalai Lama in occidente, sostenerlo -da parte della Rice- è anche una mossa di politica interna, specialmente negli Usa dove si avvicinano le elezioni.

Certamente non posso che esprimermi per il sostegno alle le masse tibetane in lotta, auspicando al tempo stesso una radicalizzazione del movimento, ovvero che venga steso, da parte loro, un programma rivoluzionario basato sul ritorno all'economia di piano, questa volta sotto il democratico controllo da parte della popolazione. Certamente mi auguro la loro autonomia, non che passino da una dominazione all'altra, e quindi non un'indipendenza politica (probabilmente) non voluta nemmeno da loro....suggerirei quindi, la formula-slogan per un programma: Unione delle repubbliche socialiste cinesi (che un domani includa anche Taiwan).


Gianluca Angeli

giovedì 17 luglio 2008

Comuniste e Comunisti: Cominciamo da noi


Non condividiamo l'idea del soggetto unico della sinistra di cui alcuni chiedono ostinatamente una "accelerazione", nonostante il fallimento politico-elettorale. Proponiamo invece una prospettiva di unità e autonomia delle forze comuniste in Italia, in un processo d'aggregazione che, a partire dalle forze maggiori (PRC e PdCI) vada oltre, coinvolgendo altre soggettività politiche e sociali, senza settarismi e logiche autoreferenziali e le tante e i tanti militanti che in questi anni sono rimasti senza partito, ma che hanno contribuito nelle lotte e nei movimenti a costruire una società migliore.

Per questo rivolgiamo un invito a tutti i militanti, ai giovani che si affacciano ora alla politica, ai tanti che vogliono ritornare a dare il proprio contributo per porre le basi di una società alternativa al capitalismo perchè si impegnino in prima persona a dare vita ad un processo aperto e innovativo, volto alla costruzione di una "casa comune" dei comunisti. Il tempo delle scelte è ora! Visitate il sito www.comunistiuniti.it

martedì 8 luglio 2008

Immigrati: dai recenti episodi all’ondata di xenofobia

In queste ultime settimane si è tornato a parlare molto insistentemente del problema Rom.
Gia dopo l’episodio Reggiani era sembrato che dovessero cambiare molte cose e migliaia dei sopra citati stranieri dovessero essere espulsi. A causa di alcuni episodi avvenuti intorno a metà Aprile si è ricominciato a parlare con un’alta frequenza di tale argomento. Eppure dati alla mano emerge per esempio che nei primi mesi del 2008 i casi di violenza sessuale contro le donne sono inferiori rispetto allo stesso periodo del 2007. Se ne parla tanto anche perché ormai gli italiani sembrano essersi dimenticati che qualche decennio fa molti di loro erano costretti a emigrare da regione a regione o all’estero , milioni di italiani si recarono in Sudamerica o in Germania ma questo sembra un ricordo lontanissimo ormai.
Dunque la vita dell’emigrante ci appare distante eppure non è passato poi così tanto da quando molti dei nostri connazionali facevano una vita durissima in paesi lontani per guadagnarsi ogni giorni pochi soldi, stessa condizione degli immigrati di oggi, non vedo la differenza. E allora via con i soliti slogan! e i soliti argomenti razzisti e xenofobi pronunciati anche da alcuni politici illustri del nostro paese. Avviene un fenomeno di generalizzazione senza pari e l’individualità va persa completamente , perché ormai parole come rom o rumeno sembrano esser solo sinonimo di delinquente, spacciatore, stupratore e poco importa se molti sfuggono da queste definizioni. Il bombardamento di notizie a cui siamo sottoposti ogni giorno rende incapaci i più di avere un giudizio indipendente ed è qui che parte la generalizzazione, sembra che si sia persa completamente la capacità di filtrare le notizie e prendere una posizione propria. Purtroppo il nostro è un paese semi-razzista (utilizzo semi perché fortunatamente una buona percentuale si salva ancora), un paese che dunque si affida a forze politiche che fanno della xenofobia e del razzismo alcune delle caratteristiche principali, un paese in cui nascono sedi di suddetti movimenti praticamente ovunque anche nella nostra buona Empoli .Questa non è solamente una mia opinione poiché andando a dare un’occhiata agli ultimi risultati elettorali tutto ciò sembra evidentissimo. C’è da star sicuri che tale bombardamento mediatico continuerà e parole come rom faranno sempre più paura al povero cittadino che non sa più interpretare le notizie. Il povero cittadino operaio che non si sente più tutelato dalle forze politiche che votava in precedenza dunque smette di esser comunista e si affida alla lega perché il nemico per lui ormai non è più il padrone ma lo straniero. E tale fatto non può che andar bene al padrone poiché l’operaio essendo impegnato a pensare allo straniero non combatte più per i propri diritti e soprattutto non riesce a capire che gli stranieri rappresentano una forza lavoro insostituibile per il nostro paese e che non è assolutamente vero che rubano i posti di lavoro agli italiani, questo è quello che ci vogliano far credere ma è una menzogna bella e buona. La verità è che il motivo per il quale molti dei delinquenti stranieri vengono qua è l’inefficienza delle nostre leggi che lasciano spesso impuniti molti reati , colpa di un sistema giudiziario inefficiente in cui troppi reati cadono in prescrizione.
Spero dunque che ognuno dopo un’attenta analisi capisca il messaggio di queste righe ricordandosi che quelle persone che trattiamo come bestie sono uomini come noi e non molti anni fa anche noi italiani facevamo una vita simile.

M.

Nuovo Numero de "Lo Scomodo" - Anno 2008 numero 2 - Opuscolo di informazione comunista

La sconfitta della sinistra, oggi, è un evento epocale. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che, se è stata sconfitta elettoralmente la sinistra, non sono state sconfitte le ragioni della sua esistenza. E’ per questo che tutti i compagni non devono assolutamente rinunciare alla battaglia politica che anzi da domani dovrà essere ancora più incisiva e pressante. E' chiaro che il progetto dell'Arcobaleno è stato un fallimento. Ma dire ciò non è sufficiente è necessario riflettere sulle ragioni culturali che hanno prodotto la sconfitta, che non nasce ora ma da due anni di governo dove i partiti della sinistra ed in particolare i comunisti hanno fatto scelte subalterne alla linea dei moderati del centro sinistra dall'Afghanistan al pacchetto sul welfare state. Abbiamo brancolato nel vuoto facendoci portatori di messaggi politici vuoti invece di proporre un reale modello sociale nuovo che desse risposte ai lavoratori e alle lavoratrici. Ora è il momento di ripartire e non di abbandonare il campo. Abbiamo percorso una strada che ci ha condotto in un vicolo cieco. E' ora di ricominciare a costruire quella vera alternativa di cui in toscana si è sempre parlato. Ripartendo dall'Unità dei comunisti che a differenza dell'arcobaleno non si prospetta come cartello elettorale ma come luogo di incontro di chi ancora crede nei processi rivoluzionari e nelle trasformazioni radicali della società, su analisi condivise.

Ora più che mai c'è bisogno dei Comunisti che non sono mai venuti meno al loro compito neanche sotto vent’anni di fascismo.

Il Coordinatore FGCI-Toscana, Bernardo Croci


Gli articoli del nuovo numero:

Immigrati: Dai recenti episodi all’ondata di xenofobia
Comuniste e comunisti:cominciamo da noi
Sulle recenti proteste tibetane: Parlando di Tibet…..
Catastrofe idrica: Futuro prossimo venturo
Il personaggio:Giulio Andreotti
Pillola del giorno dopo a Pisa
Mercenari
Abortisci?? Sei come Hitler

Per chi è interessato ad avere la copia originale del giornalino contattate i seguenti indirizzi:
loscomodo@gmail.it
Manhunted101@hotmail.it
asesino@hotmail.it

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