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domenica 26 ottobre 2008

Il personaggio: Gianfranco Fini


Gianfranco Fini nasce a Bologna nel 1952. Il nome Gianfranco viene scelto per ricordare un cugino ucciso dai partigiani. Nonostate il padre sia comunista, si avvicina al Movimento Sociale Italiano in giovane età, dove farà carriera e diventerà il segretario del Fronte della Gioventù essendo stato scelto direttamente da Almirante (si, quello che scriveva su un manifesto della RSI "tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuorilegge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena", al quale vogliono dedicare una via...). Morto Almirante, e dimenticandosi le lodi sperticate al fascismo, diventa ben presto il segretario dell'MSI, che conduce alla cosiddetta Svolta di Fiuggi, dove cambierà il nome del partito in Alleanza Nazionale ed abbraccerà l'antifascismo (nonostante nello stesso anno dichiari:" Il duce è stato un esempio di amore per la propria terra e la propria gente, un giorno l'Italia lo dovrà riabilitare e insieme a Cavour, Mazzini e Garibaldi, anche a lui saranno intitolate piazze e monumenti"). Da qui la sua storia politica si legherà a quella di Berlusconi (ed in misura minore a quella di Bossi e Casini). Partecipa ai governi Berlusconi II e III, non senza attriti con il secessionismo di Bossi, ma durante i due recenti anni di governo Prodi comincia a rompere con un Berlusconi non più in giovane età nonostante i lifting, che propone per rilanciare la sua immagine legata all'immancabile nuovismo (malattia della politica odierna) di fondare un nuovo partito: cominciano le dichiarazioni pesanti ("Alla fine io sono sicuro che Berlusconi riuscirò a farlo ragionare. Perché è un uomo con una scala di valori molto rigida e al primo posto c'è l'interesse personale. Per cui basterà minacciare di colpirlo sulla riforma delle tv" citato in Francesco Bei, La rabbia di Fini "Ferito dal Cavaliere", la Repubblica, 16 novembre 2007; e poi: "Comportarsi nel modo in cui sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Da queste mie parole, volutamente molto nette, voglio che sia a tutti chiaro che, almeno per quello che riguarda il presidente di An, non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi" dal discorso all'assemblea di AN riunita a Roma all'Ergife, 9 dicembre 2007; e poi ancora: "Il Cavaliere ha fatto tutto da sé. Ha messo in piedi i Circoli della libertà con la Brambilla. Poi ha creato il Partito della libertà senza neanche avvertire i suoi amici di Forza Italia, quindi ha distrutto la Cdl. Conclusi i giochi, a regole scritte (alla stesura delle quali non siamo stati chiamati a partecipare) dovremmo bussare alla sua porta col cappello in mano e la cenere sulla testa? Non siamo postulanti.[...] Sono il presidente di An, non una pecora"). Fini, caduto il governo Prodi dopo il ritiro della fiducia da parte di Mastella, scopre il suo amore per gli ovini e decide di accordarsi con Berlusconi, dimenticandosi completamente di quello che pochi mesi prima aveva dichiarato, molto probabilmente alla ricerca del posto di successore dello stesso Berlusconi (come "migliore" tradizione politica italiana insegna), e forma con il Cavaliere un nuovo soggetto politico (il "Popolo della libertà") programmando il congresso di AN, che dovrebbe sancire il suo scioglimento nel nuovo soggetto politico (a meno che non cambi nuovamente idea... questo è ancora da vedere). Vinte le elezioni del 13 e 14 aprile diventa Presidente della Camera e solo un giorno dopo il suo insediamento dichiara (riferendosi sia alla manifestazione dei centri sociali a Torino contro le politiche di Israele, sia all'omicidio di Nicola Tommasoli, pestato fino alla morte da alcuni naziskin) che l'episodio di Torino è molto più grave perché "non è la prima volta che frange della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che cercano di giustificare con una politica antisionista”, come se una manifestazione contro le politiche di uno stato (o meglio, in sostegno di un altro stato, quello dei Palestinesi) sia meno grave di un ragazzo ammazzato dalle botte da un gruppo di naziskin. Mi auguro soltanto che Fini cambi idea anche su questo punto.


Tazza

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