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giovedì 15 maggio 2008

Nicola è ognuno di noi


Sabato 17 Maggio 2008 MANIFESTAZIONE




Per sconfiggere insieme la paura.
Scendiamo in piazza per svegliare una città che troppe volte ha girato la testa. Non deve farlo questa volta.
Non deve farlo mai più.
Mobilitiamoci e riprendiamo la parola prima che l'ipocrisia riscriva anche questa storia.
Per una Verona libera dalla paura e dall'odio,
per una Verona libera da vecchi e nuovi fascismi,
per una città libera dall'intolleranza, dal razzismo, dall'ignoranza.
Perchè esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata.
Perchè guardarsi all'interno, riconoscere il male profondo del nostro tempo e della nostra città di crescere.
Liberi.
Costruiamo assieme un corteo che attraversi e viva la città
in una giornata aperta alle iniziative e ai contributi positivi di tutte e tutti.
Nel 2008 a Verona si muore ancora di fascismo.
Al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi.


Concentramento Stazione Verona Porta Nuova ore 14.00
partenza corteo dalla Stazione Verona Porta Nuova ore 15.00

martedì 13 maggio 2008

Free as in Freedom

Software libero vs. Monopolio Microsoft

Libertà, se ne parla spesso ultimamente. Libertà di culto, libertà politica, libertà del potere..

Libertà, un termine si, sempre meno un'ideologia, oramai depredato inconsciamente del proprio significato. Molte volte non siamo liberi, ma ci troviamo schiavi inconsapevoli di un sistema monopolista mirato a segregarci nell'ignoranza subdola di un'accettazione apatica. Uno di questi casi lo troviamo ogni volta che accendiamo un pc e vi troviamo un sistema operativo chiamato Microsoft Windows. Alcuni di voi credono che la tecnologia informatica sia solo quella, non esiste altra alternativa. Pensano infatti di essere liberi di fare quello che si desidera con questo software, soltanto perché lo troviamo già installato quando compriamo un computer. Ebbene non è così. La Microsoft, che tramite accordi commerciali ha obbligato i produttori di pc ad installare Windows sui propri computer, produce un software definito “Proprietario”, che chiude ed isola gli utenti e le persone che lo utilizzano. Nessuno può dare una copia di windows ad un amico oppure scaricarlo da internet, e nessuno può sapere come il sistema che sta usando funziona veramente, perché essendo di tipo proprietario appunto, la Microsoft non vi permette di vedere il “codice sorgente” cioè cosa il software fa in realtà. Windows potrebbe benissimo prendere le vostre informazioni e i vostri dati e tramite internet mandarli alla Microsoft, oppure spiare ogni azione da voi compiuta, senza che voi ve ne accorgiate. Perché appunto Windows è un software Chiuso e nessuno può sapere cosa fa; senza contare che tramite Windows si prendono virus, trojan e malmware vario che ci rendono vulnerabili. In più nessuno può aiutare le altre persone (che potrebbero essere anche bambini africani) dandogli delle copie del costoso Software proprietario allo scopo di incrementare lo sviluppo, pena innumerevoli sanzioni. Per finire, tutte le pubbliche amministrazioni, le scuole e le aziende nonché ogni normale utente, sono legate ad un monopolio chiuso ed arrogante, che ogni anno ci fa spendere (perché le tasse le paghiamo noi) miliardi di euro inutilmente senza comunque trarne beneficio (non è un caso che Bill Gates sia l'uomo più ricco del mondo). A tutto questo si sono opposte molte persone, tra cui anche lo scienziato Richard Stallman, che nel 1984 fondò la Free Software Foundation e il progetto GNU, allo scopo di creare un sistema operativo alternativo che fosse Libero e indipendente da ogni tipo di monopolio e che desse veramente la libertà agli utenti. Da questo progetto nacque il famoso GNU/Linux, che fu rilasciato sotto la licenza GPL (creata da Stallman), la quale garantisce la libertà ad ogni persona che utilizza tale software, e che quindi rende GNU/Linux Software (La licenza GPL impone che “tutte le versioni migliorate che saranno distribuite dovranno essere libere” N.d.R.) GNU/Linux al di là della superiorità tecnologica riconosciuta, è molto importante soprattutto per le libertà fondamentali che da agli utenti:

· libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo (libertà 0)

· libertà di di studiare come funziona il programma e adattarlo alle proprie necessità (libertà 1)

· libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2)

· libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3)

Il codice sorgente è quindi un pre-requisito del Software Libero, e quindi al contrario di Windows ognuno può vedere cosa il software fa veramente, rendendo il sistema sicuro ed affidabile. In più GNU/Linux è tecnologicamente superiore a Windows: non vi troverete mai infatti a prendere un virus o uno spyware perché con esso ne siete immuni, si deframmenta da solo, è molto più stabile e non si bloccherà mai, funziona velocemente anche su computer datati richiedendo minime risorse, ha una grafica moderna e affascinante e ha tantissimo software (libero e gratis) disponibile, è molto più semplice e user-friendly da utilizzare rispetto a Windows. Tutti i programmi che ci sono per Windows esistono anche su GNU/Linux e sono anche migliori e per installarli non c'è bisogno di cercali su internet ma vengono scaricati ed installati automaticamente tramite una semplice interfaccia, e la cosa fondamentale è ancora il fatto di essere software libero. Nei paesi in via di sviluppo il Software Libero è l’unica possibilità di informatizzazione, sia sul fatto economico che etico. I ragazzi nelle scuole devono essere educati all’uso di software libero, non proprietario, perché quando cresceranno altrimenti saranno sempre dipendenti dal monopolio di Microsoft, non liberi, e costantemente costretti a pagare. I governi invece di buttare via i soldi nelle licenze potrebbero utilizzare quegli stessi soldi per qualcosa di veramente utile per la propria gente che fa la fame invece che darli a Bill Gates. La tecnologia informatica, vista l'enorme importanza che ricopre è un bene comune e nessuno può appropriarsene e chiuderla. In una società priva di principi morali, l'educazione alla libertà e alla condivisione dei beni comuni, così come l'aiuto reciproco di altre persone, anche attraverso la spinta all'informatizzazione delle classi e popolazioni più svantaggiate, dovrebbe essere un dovere per individui definibili come “essere umani”, e questo è possibile soltanto tramite GNU/Linux e il Software Libero. Quindi anche solo installando sul vostro pc (ed è veramente banale farlo) GNU/Linux e consigliando di fare lo stesso agli amici e conoscenti aiuterete il diffondersi della Libertà, e a ridare a questo termine il proprio imprescindibile significato morale, così importante per tutti noi.Per maggiori informazioni vi consiglio caldamente:

www.freepenguin.it

www.gnu.org/home.it.html

Andrea Infurna

giovedì 8 maggio 2008

da "La scomparsa dei fatti", Marco Travaglio - Edizioni Il Saggiatore

La verità è difficile da svelarsi

In principio erano le armi di distruzione di massa. Per prevenire il temibile attacco di Saddam al resto del mondo, partì la guerra all'Iraq. Poi si scoprì che le armi non c'erano, dunque non c'era nulla da prevenire. Allora si disse che bisognava colpire, a Baghdad, il più temibile alleato e foraggiatore e pro­tettore di Al Qaeda. Poi si scoprì che i due nemmeno si conoscevano, anzi si odiavano. Poi si disse che eravamo lì per liberare gli Iracheni da Saddam e dai suoi aguzzini della Guardia repubblicana. poi si scoprì che molti dei suoi aguzzini della Guardia repubblicana, appena catturati, venivano travestiti da uf­ficiali del governo provvisorio insediato dagli angloamericani e rimessi in pi­sta. Allora si disse che bisognava restare lì perché gli iracheni lo volevano,infatti ci accoglievano come liberatori.

Poi si scoprì che ci sparavano addosso. Al­lora si disse che eravamo lì per esportare
la democrazia.


Poi si scoprì che,già che c'eravamo, esportavamo anche la tortura (per esempio nel carcere di Abu Ghaib), della quale peraltro l'Iraq era da tempo un discreto produttore. Allora Giuliano Ferrara, che è molto intelligente, disse che c'è una bella differenza tra la tortura di Saddam e la nostra: lui i torturati mica li fotografava, noi sì perché siamo democratici. Clic. Volete mettere la differenza? Allora si disse che biso­gnava restare per riportare la pace in Iraq, contro una guerra che prima non c'e­ra e che avevamo scatenato noi. Poi si scopri che la pace faceva più morti della guerra. Allora si disse che bisognava restare per combattere il terrorismo. Poi si scoprì che di terroristi in Iraq non ce n'erano, almeno prima dello sbarco delle truppe occidentali: ne arrivarono a migliaia da tutto il mondo arabo e ne sorse­ro molti in loco, dopo il nostro arrivo; insomma il terrorismo, da quando lo combattiamo, aumenta. Allora si disse che bisognava restare perché altrimenti sarebbe scoppiata la guerra civile tra sciiti e sunniti. Poi, consultando i libri di storia, si scoprì che quella irachena non conosce guerre civili, ma grazie alla nostra presenza sul posto ottenemmo anche questo risultato: scatenare la prima guerra civile della storia dell'Iraq. A questo punto il segretario di stato americano Colin Powell ingranò la retromarcia: <>. Ma dovette andarsene lui dalla carica di segreta­rio di Stato, rimpiazzato da Condoleezza Rice.

Le bugie che compongono la Grande Menzogna della guerra preventiva sono infinite. Impossibile contarle. Ma al­meno un merito l'hanno avuto: quello di evidenziare le falle, forse irrimediabili, del sistema dell'informazione. Non solo italiano, ma di tutto il mondo cosiddetto libero. Con un distinguo non da poco: tutti i capi di governo che hanno condiviso la scriteriata guerra di occupazione dell'Iraq, da Bush a Blair ad Aznar, sono precipitati ai minimi storici di popolarità, tranne uno: Silvio Berlusconi. Sia pure tardivamente, infatti, i media americani, inglesi, spa­gnoli e così via hanno smascherato le bugie dei rispettivi governi. Quelli italiani, se si eccettuano poche e trascura­bili enclave della carta stampata, se ne sono ben guardati. Anche perché, secondo la migliore tradizione italiota, la gran parte degli intellettuali da copertina, lungi dal costruire un contropotere del pensiero rispetto alla voce del pa­drone, si è appiattita a trombetta del pensiero unico. E mai come in occasione della guerra preventiva si è data la missione di trovare le parole più appropriate per nascondere le verità scomode, per confondere le idee alla gente con sottili distinguo, sofismi furbetti, continui spostamenti del dibattito sempre più lontano dai fatti. Dalle armi di sterminio all'esportazione della democrazia, dalla lotta la terrorismo alla difesa dell'Occidente e della <> e addirittura della Chiesa cattolica, e via di questo passo, all'infinito.

martedì 6 maggio 2008

Il personaggio: Borghezio, fanatici al giorno d’oggi

Storie di ordinaria follia

Tra tutti i delinquenti, i mafiosi, i buffoni e i corrotti che fanno gli interessi politici degli italiani in parlamento, ce né forse uno che merita sia la nostra vergogna sia il nostro disgusto. Questo pazzoide è il mio caro Mario Bor­ghezio. Nato a Torino il 3 dicembre 1947, Mario Borghezio rappresenta parte della fanatica politica giullaresca del nostro paese. Dopo la sua laurea in giurisprudenza “ El Burghèz” pensa di buttarsi nel panorama politico mili­tando prima nell’incostituzionale movimento monarchico e poi frequentando gli ambienti dell’estrema destra extra­parlamentare. Dopo aver fatto esperienza con i fascisti della “Giovane Europa”, si fa carico del volere popolare schierandosi nelle file della lega nord. Effettivamente trova nelle camicie verdi un valido appoggio per sostenere pubblicamen­te le sue idee razziste e xenofobe tanto da venir eletto deputato in rappresentanza dei padani. Dotato di un innega­bile carisma oratorio di facile dialettica volgare, è riuscito presto a far presa sul popolo padano. I suoi “Vaffanculo” e i suoi “Cazzo” riecheggiano nelle piazze e, assieme a pazzeschi slogan animano il razzismo leghista. Tanto per citare una nota espressione:





Li prendiamo per la barba e li buttiamo fuori a calci nel culo”

Ma oltre a questi fatti ordinari, l'onorevole Borghezio è balzato più volte all'occhio dei media con gesta simboliche come quando fu protagonista di un'incursione su un treno fermo in stazione, duran­te la quale, con il sostegno di alcuni militanti leghisti, ha spruzzato del disinfettante sulle poltrone dove erano sedute delle donne extraco­munitarie. Oltre che “amante dell’igiene” Borghezio è conosciuto anche nelle vesti di piromane capace di dare fuoco ad un paglie­riccio nel quale stavano dormendo 2 extracomunitari. Ancora: saprete tutti della maxifigura di merda che ci ha fatto fare davanti all'Europa in­tera dopo essersi sbattuto le palle del divieto imposto dalle autorità di Bruxelles a proposito della manifestazione anti-islam: Borghezio vi ha partecipato senza problemi assieme ad un politico di estrema destra belga e ad altri neonazisti. Scandalosa resta la reazione del ministro degli esteri D'Alema il quale, invece di rimproverare l'euro­deputato, lo ha difeso giudicando sbagliato l'intervento della polizia che lo ha sbattuto (a mio avviso GIUSTAMENTE )una not­te al fresco. Recenti sono inoltre le collaborazioni con i fascisti di Forza Nuova. Chiaramente visti questi atteggia­menti di sfida, Mario non si è guadagnato l'affetto né degli stranieri né del popolo di sinistra : la sera del 17 dicembre del 2005 Borghezio è stato vittima di una pesante aggressione da parte di alcuni no global; nel febbraio 2006 durante un congresso della lega a Livorno (ammazza che sfida!!), si è visto insorgere un migliaio di comunisti li­vornesi che lo hanno costretto ad abbandonare la città in fretta e furia. Tutti questi slogan antisemiti, questi richia­mi all’igiene razziale, ci fanno guardare con preoccupazione alla realtà di oggi: il loro fanatismo fa una netta presa sugli animi dei giovani, proprio su quei giovani che rappresenteranno la nostra futura classe politica. Oltre ad es­sere volgari, tutti questi signori si dimostrano in più anche ignoranti visto che non conoscono la storia del nostro paese. Solo a titolo informativo vorrei ricordare che milioni furono gli italiani che, durante i primi del novecento, fuggirono dalla fame e dalla povertà river­sandosi in massa verso i paesi stranieri che gli offrivano una speranza di cambiamento. Italiani che si resero responsabili dell’estensione della mafia nel mondo ma anche artefici dello sviluppo industriale dei paesi in questione grazie alla loro manodopera a basso costo e alla loro forza di volontà. La chiusura delle frontiere non ha mai portato a nulla. Anzi, è proprio grazie all’integrazione di più culture che un paese diventa predisposto al progresso sia economico che sociale; questo tutti gli elettori dovrebbero capirlo. Ma noi viviamo nella repubblica di pulcinella, dove il nostro popolo sceglie di essere rappresentato da un esponente come Borghezio. Egli siede alla camera dal 1992 al 2004 e ora è addirittura eurodeputato (tanto per dar lustro alla nostra immagine). condannato nel 1993 a pagare una multa di 750.000 lire per aver picchiato un bambino marocchino. Che dire....W L' ITALIA.

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